Thursday 31 October 2013

ေဒါက္တာ ႏွစ္ထပ္ကြမ္း ဆုေတြယူခဲ့ျပီ






















ေဒါက္တာ ႏွစ္ထပ္ကြမ္း ဆုေတြယူခဲ့ျပီ

ဘိုလိုဂါ ျမိဳ ့မွ က်ေတာ္၏ မွတ္တမ္းပံုမ်ားသီးသန္ ့ ျဖစ္ပါတယ္



ေရကန္တစ္ခုဟာ ျပည့္ေနရင္ ေဘးကိုေရမက်သလို အရည္အခ်င္းရွိသူတိုင္းဟာ ကိုယ့္ကိုကိုယ္နိမ့္ခ်ပီးဘယ္မွာမဆို ေနထိုင္တတ္က်ပါတယ္

သတိမူသင့္ပါျပီ




ေလးစားလ်က္
ကိုထြန္းေ၀
3.10.2013

La lezione Aung San Suu Kyi: “Il fine non giustifica i mezzi”. Parla da politica, Aung San Suu Kyi, “perché questo sono”, precisa in premessa. Lei che aveva due anni quando suo padre, oppositore del regime birmano, è stato assassinato, lei che da leader è stata costretta per oltre vent’anni agli arresti domiciliari dai militari. E la sua è una lezione anti-machiavellismo: “Il fine non giustifica mai i mezzi. Se scegliamo mezzi che non sono corretti, anche i fini per quanto possano essere giusti e di grande valore allora diventano distorti”. Il riferimento è all’assassino di suo padre, “anche lui credeva nell’indipendenza del suo paese, ma voleva raggiungerla nel modo sbagliato, senza scrupoli. Mio padre e tante altre persone credevano invece che bisognava raggiungere l’indipendenza con l’onore”. Poi il passaggio sulla riconciliazione, parole Nobel per la Pace: “Io non ho mai provato odio nei confronti del potere militare”. E se “la condanna dice qualcuno è essenziale per risolvere i problemi, io invece ho scoperto qualcosa di diverso sulla base della mia esperienza: e cioè che la condanna non fa altro che alimentare il fuoco della paura e dell’odio. A me non interessa la condanna, ma la riconciliazione, la pace”. Infine, il suo grazie a Bologna e all’Italia. “Il peso di quello che succede ora a Myanmar non arriva fisicamente sulle vostre spalle, ma sapete cosa succede nel mio Paese. E io credo in questa causa perché so che anche voi ci credete, siete voi che mi e ci avete dato la forza e il coraggio per andare avanti”.

Il rettore Dionigi: “Una lezione per la nostra politica”. L’applauso alla leader birmana è lunghissimo, l’accademia si alza in piedi a renderle onore. “Grazie per questa lezione – dice il rettore dell’Ateneo di Bologna Ivano Dionigi – ci costringe a ripensare il nostro modo di fare politica". Nel suo discorso, il rettore aveva parlato proprio del ruolo dell'università, "chiamata anche nel nostro Paese, afflitto da povertà culturale e da miopia politica, a svolgere ruolo primario". E aveva ammonito: "La politica di questo Paese può ripartire solo grazie alla cultura, all'istruzione. Non avrà altra salvezza". Ad Aung San Suu Kyi Dionigi promette: "L’Alma Mater sarà sempre vicino a lei e al suo popolo”. La cerimonia inaugura l’anno accademico dell’Ateneo. “Lo dichiaro aperto nel segno di questo grido per la libertà e di questo sguardo rivolto al futuro”, chiude il rettore riferendosi alla testimonianza della donna che "ci insegnato ad essere liberi dalla paura".

L’incontro con i liceali. Prima di andarsene, stringendo mani a tutti, dal cardinale
ai tre monaci buddisti di tradizione birmana presenti in platea, il Nobel per la pace si concede un piccolo fuori programma, al termine della cerimonia di laurea, incontrando gli studenti di alcuni licei cittadini. “Molti giovani non si interessano della politica”, ha detto ai ragazzi, “io vi dico di farlo perché la politica ha a che fare con il vostro Paese. E vi dico anche di fare domande: avete il diritto e il dovere di farle”.

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